Il coaching è l’attività del coach, una parola inglese usata a partire dagli anni Settanta, soprattutto in ambiente sportivo, per indicare l’allenatore e poi trasportata nell’ambito della formazione aziendale e dello sviluppo personale.
Il Coach, ovvero … la carrozza parlante!
Ho trovato attraente l’altro significato di questa parola, cioè carrozza, intesa come mezzo di trasporto (dal francese coche, XVI secolo, cioè cocchio).
Mi piace, allora, pensare al coach come ad una carrozza parlante, sulla quale il cliente può salire per raggiungere la destinazione che desidera. La carrozza funziona solo in base a quello che il cliente le dice, quindi, ad esempio, può fare delle soste, trovare le vie più rapide e agevoli per raggiungere la destinazione richiesta oppure seguire una nuova direzione, se il cliente a bordo decide di cambiare destinazione.
Di fatto, al di fuori della metafora fantastica, il coach non è un mezzo di trasporto, ma una persona che si relaziona con un’altra persona. Il coaching, infatti, è la costruzione di una relazione di fiducia fra coach e cliente (coachee), il quale viene stimolato ad intraprendere un cammino cominciando a pensare in modo nuovo e, di conseguenza, ad agire in modo nuovo, per raggiungere i suoi obiettivi.
Coaching individuale
In quanto coach, svolgo attività di coaching individuale, come supporto per chi desidera
– acquisire maggiore consapevolezza delle proprie abilità e potenzialità,
– scoprire nuovi punti di vista
– individuare più chiaramente i propri obiettivi
– agire in modo più efficace.
In questo senso il coaching si dimostra uno strumento molto utile sia nell’ambito lavorativo che nella vita quotidiana, per supportare le persone nella ricerca costante di un possibile equilibrio fra le proprie aspirazioni, i devo e i posso, il bisogno che tutti sentiamo fondamentale di rispetto e di riconoscimento e le scelte conseguenti.
Team coaching
Un altro strumento utile è il coaching di gruppo (team coaching), sia in ambito lavorativo che familiare, da organizzare secondo accordi precisi con le persone e le strutture coinvolte, nel rispetto degli obiettivi prefissati. In questi incontri il coach, dopo aver osservato e compreso le principali dinamiche di gruppo, potrà offrire supporto alle persone nella messa a fuoco dei loro obiettivi. Fare squadra è un obiettivo a cui tendere, che richiede rinnovata fiducia in noi stessi e negli altri e, allo stesso tempo, impegno costante, senso della realtà, consapevolezza di potenzialità e limiti, accettazione e trasformazione degli errori, leadership e condivisione.
Il metodo
Come coach seguo un particolare metodo denominato Coaching Ontologico-Trasformazionale e, tuttavia, opero attraverso una mia sintesi personale in base a cosa ritengo più utile per il Cliente, utilizzando diversi approcci che si ispirano alla psicologia umanistica, maturati attraverso vari percorsi di formazione ed esperienze lavorative.
La metodologia che seguo si basa su un approccio non direttivo e agisco soprattutto attraverso domande.
Come coach posso dare feedback al Cliente e costruire, insieme a lui, gli strumenti più utili per creare consapevolezza e impegno nell’ottimizzare il raggiungimento dei suoi obiettivi, stimolandolo ad azioni nuove, delle quali il cliente è unicamente responsabile.
Tutte le informazioni riguardanti il cliente vengono trattate come confidenziali. In quanto coach, mi impegno a mantenere la più stretta riservatezza riguardo alle informazioni personali che riguardano il cliente.
Il coaching non è psicoterapia. Esso è un metodo in base al quale non si può diagnosticare alcuna patologia. Il coach non è nè uno psicologo, nè uno psicoterapeuta professionista.
Come funziona?
Come coach mi impegno a fissare un primo incontro gratuito di conoscenza, nel quale cerco di capire in che modo essere utile al cliente, sulla base dei suoi bisogni e obiettivi, spiego le modalità, l’onorario e i limiti del rapporto fra coach e cliente (coachee), presentando il tutto anche in forma scritta (contratto di coaching da sottoscrivere) e fisso con il cliente l’incontro successivo, senza alcun obbligo di definire un numero minimo o massimo di incontri (sessioni).